“Quello che genera felicità nell’uomo, commisto a stupore, è la visione della sua umanità, visitata dal Verbo”. Lo scrive mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, nel messaggio alla diocesi in occasione del Natale, dal titolo “Le anime attingono felicità dalla sua pienezza”. È a partire da un ragionamento di Agostino – sulle motivazioni che hanno causato l’incarnazione del Verbo – che il vescovo parla del risveglio dell’uomo al senso di bellezza insito nell’umanità. “La grazia sarebbe la pienezza di felicità, non ravvisabile nel soddisfacimento dei bisogni, bensì nell’accoglimento di una relazione”, spiega il presule. Accoglienza, rispetto, amabilità, senso dell’altro, riconciliazione, pace, giustizia, mitezza, umiltà sono indicate come “virtù esorbitanti che appartengono alla nostra natura umana, la quale, se risvegliata al senso di questa bellezza, comunica felicità”. Quindi, il presule evidenzia che “la felicità nasce dalla consapevolezza di quello che siamo e, in nome della nostra identità primigenia, di quello che gratuitamente riusciamo a dare”.
Nel testo il vescovo piazzese sostiene che “gli errori dell’umanità, come il virus che, in questo tempo di pandemia, sta avvilendo i nostri comportamenti, sono paradossalmente un aiuto che stimolano a desiderare la felicità perduta, quella felicità generata ‘dalla sua pienezza’”.