“Non c’è Natale senza Betlemme. Eppure la televisione e i grandi mezzi di comunicazione hanno smesso di illuminare il luogo della nascita di Gesù bambino. La città di Betlemme resta oscurata anche nel giorno in cui diventa la capitale del mondo”. Lo scrive Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, in un messaggio in cui definisce Betlemme “una città in perenne lockdown”. “Ma la colpa non è del Covid-19”. Il riferimento è ai “muri impressionanti, che la attraversano e che gli sono stati costruiti attorno, che fanno brutta mostra da più di 10 anni”. “Oggi si preferisce non raccontare niente perché la realtà contemporanea di Betlemme è dolorosa e ci guasta la festa”, avverte. Quindi, lo sguardo alla “libertà di movimento che noi abbiamo perso con l’emergenza sanitaria”, che per i palestinesi di Betlemme è “una pluridecennale normalità”.
Lotti descrive una Betlemme colpita da “troppe ingiustizie, violenze e sofferenze”, una terra “assegnata a due popoli ma abbandonata alla legge del più forte, illegalità infinite e crudeltà impunite, parole di pace e fatti di guerra, promesse tradite e impegni dimenticati”.