“Padre Bernardino è stato un pastore – diremmo oggi – con l’odore delle pecore. Un pastore in mezzo alla gente”. Lo ha detto l’arcivescovo di Ancona-Osimo, mons. Angelo Spina, commentando la notizia del riconoscimento delle virtù eroiche del servo di Dio, padre Bernardino Piccinelli, religioso dell’Ordine dei Servi di Maria, che fu vescovo ausiliare della diocesi. “Ci dice che gli uomini che si lasciano attraversare dall’amore di Dio vengono santificati. La sua testimonianza in città è stata luminosa. Nella chiesa del Sacro Cuore, dov’è stato parroco, le persone vanno a pregare sulla sua tomba e lascia messaggio e fiori”. Ricordando l’infanzia, la sua vocazione, il suo sacerdozio e l’episcopato, il presule evidenzia che “sono stati segnati dalla profonda fede e lo hanno illuminato nella forte speranza e nella operosa carità”. Sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il vescovo ricorda che padre Bernardino non abbandò la città per stare vicino ai parrocchiani. Da ausiliare, nel ’72’, fu “riferimento in città nel terremoto”. “Da alcuni fu definito il ‘vescovo bambino’ perché metteva insieme semplicità, saggezza e intuito nel comprendere lo stato d’animo delle persone. Era severo nella dottrina, ma infinitamente comprensivo con le persone. Riceveva chiunque lo cercava, aiutava i poveri e i bisognosi, sempre a disposizione delle persone per consolarle”.
Infine, mons. Spina ricorda la grande devozione alla Vergine Maria dell’ausiliare riconosciuto venerabile. “Ha mostrato il volto più bello della Chiesa, quello della santità. Si è lasciato abitare da Dio e con la sua vita ha testimoniato il Vangelo. Questa causa di beatificazione in me e in questa diocesi suscita una grande gioia. Oggi ci dice che ogni cristiano è chiamato a vivere con amore e offrire la propria testimonianze nelle occupazioni di ogni giorno. Che ci si santifica facendo bene il proprio dovere”.