Natale senza messe in presenza in Uruguay, il Paese sudamericano finora meno colpito dalla pandemia, ma colpito negli ultimi giorni da un considerevole aumento di contagi. Nel pomeriggio di ieri, i leader delle diverse confessioni religiose del Paese si sono incontrate, in modo virtuale, con il segretario della Presidenza della Repubblica, Álvaro Delgado, e con il ministro della Sanità, Daniel Salinas. Per la Conferenza episcopale dell’Uruguay (Ceu) erano presenti il card. Daniel Sturla, arcivescovo di Montevideo, e mons. Milton Tróccoli, segretario generale della Ceu e vescovo di Maldonado-Punta del Este-Minas. Durante l’incontro è stato deciso di sospendere tutte le celebrazioni religiose in presenza fino al 10 gennaio 2021. Il provvedimento include le celebrazioni nella notte tra il 24 e il 25 dicembre per la Natività del Signore. Le funzioni potranno essere seguite, come durante tutta la pandemia, attraverso la rete internet e i social network.
In un successivo comunicato, la Ceu prende atto della decisione non senza dolore e rammarico: “Nelle messe che si celebrano dal 19 giugno non si sono verificati casi di contagio. L’avvicinarsi del Natale rende questa decisione doppiamente dolorosa. Come Chiesa, avevamo già sospeso una serie di attività, tra le altre campi scuola, missioni giovanili, attività nei quartieri. Accettando questa richiesta, teniamo presente l’afflizione di molti fedeli che non potranno partecipare di persona all’adorazione del Dio vivente. La libertà di religione è un diritto sancito dalla nostra Costituzione”.
Conclude la nota: “Siamo fiduciosi che continueremo a prenderci cura gli uni degli altri e che con l’aiuto di Dio saremo presto in grado di uscire da questa situazione e celebrare ancora una volta la nostra fede in comunità”.