“Riscoprire, contemplare, annunciare”. Questi i tre verbi consegnati dal Papa ai dipendenti vaticani, ricevuti in udienza in Aula Paolo VI per gli auguri natalizi. “Sono passati venti secoli e Gesù è più vivo che mai e anche più perseguitato, anche più sporcato dalla mancanza di testimonianza di tanti cristiani”, l’analisi di Francesco: “E quelli che si allontanano da lui, con il loro comportamento, danno un’ulteriore testimonianza a Gesù: senza di lui l’uomo precipita nel male: nel peccato, nel vizio, nell’egoismo, nella violenza, nell’odio. Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi: ecco l’avvenimento che dobbiamo riscoprire”. Il secondo atteggiamento è quello della contemplazione, grazie al quale, come i pastori, “scopriamo che Dio manifesta la sua bontà in Gesù Bambino, manifesta sua misericordia per ognuno di noi. E tutti noi abbiamo bisogno di misericordia nella nostra vita”. “La catechesi che ci dà il presepe è tanto bella, perché ci fa vedere il bambino lì, tenero”, ha proseguito a braccio il Papa a proposito del contemplare. Infine, l’annuncio: come i pastori, “anche noi dobbiamo tornare alla nostra vita di tutti i giorni: il Natale passa. Ma dobbiamo tornare alla vita in famiglia, al lavoro, trasformati, dobbiamo tornare glorificando e lodando Dio per tutto quello che abbiamo udito e visto. Dobbiamo portare il lieto annunzio al mondo: Gesù è il nostro salvatore: dobbiamo dirlo a tutti”. “La gioia è contagiosa, fa crescere”, l’invito finale, ancora a braccio: “Siate gioiosi, siate testimoni di gioia! Buon Natale a tutti”.