“Siamo grati perché l’importanza dei luoghi di culto e la pratica della fede sono stati riconosciuti dal governo britannico”. Con queste parole un portavoce del card. Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles, ha dato il benvenuto alla decisione del premier Boris Johnson di consentire le messe anche nelle zone dove è stato introdotto il massimo livello di allerta anti Covid per contenere la nuova variante del virus. Da sabato Londra e il sud est inglese sono in lockdown con il divieto di incontrare persone con le quali non si conviva normalmente: il divieto vale anche per Natale. “Chiediamo a tutti di agire con grande prudenza e continuare a osservare il distanziamento sociale”, ha dichiarato ancora il portavoce dell’arcivescovo di Westminster. “È importante ricordarsi che non esiste l’obbligo di partecipare alla messa, mentre facciamo tutto il possibile per proteggere i più vulnerabili”. Anche il primate anglicano Justin Welby, in un comunicato firmato con il vescovo di Londra Sarah Mullally, ha espresso gratitudine per il fatto che le chiese continueranno a rimanere aperte questo Natale. “Sappiamo che pregare insieme ha confortato e portato speranza a tanti”, hanno scritto Welby e Mullally. “Molti trascorreranno da soli il Natale. Non abbiamo mai vissuto una situazione come questa prima ma sappiamo che c’è vera speranza. Siamo più vicini alla fine di questa crisi che all’inizio, con un vaccino disponibile e nuove cure”.