“Dio ci ha insegnato a benedire, e noi dobbiamo benedire: è la preghiera di lode, di adorazione, di ringraziamento”. Così il Papa, nella parte finale della catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming e dedicata alla preghiera di benedizione. “La preghiera è gioia e riconoscenza”, ha spiegato Francesco: “Dio non ha aspettato che ci convertissimo per cominciare ad amarci, ma lo ha fatto molto prima, quando eravamo ancora nel peccato”. L’esempio scelto è quello che Gesù ha fatto con Zaccheo, a cui ha cambiato “dapprima il cuore e poi la vita”. “Nelle persone reiette e rifiutate, Gesù vedeva l’indelebile benedizione del Padre”, ha spiegato il Papa: “Questo è un pecca pubblico, questo ha fatto tante cose brutte… Ma Gesù vedeva quel segno indelebile della benedizione del Padre, e da lì la sua compassione, quella frase che si ripete tante volte nel Vangelo: ‘ne ebbe compassione’. E quella compassione porta ad aiutarlo e a cambiargli il cuore”. “Di più, è arrivato a identificare sé stesso con ogni persona bisognosa”, ha sottolineato Francesco rimandando al “brano del protocollo finale, nel quale tutti saremo giudicati”, contenuto nel capitolo 25 di Matteo: “A Dio che benedice, anche noi rispondiamo benedicendo”.