“Saldi nella speranza (Rm 5,2) – Nella prova il Signore si cura del suo popolo” è il titolo della prima lettera pastorale del vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi. “Un invito – si legge – a vivere intensamente e senza risparmio di sé questo nostro tempo. Non sarà tanto importante cosa faremo, ma come riusciranno le nostre comunità e come riuscirà ciascuno di noi a essere testimone di speranza a servizio della vita”.
Mons. Tomasi descrive l’attuale situazione di pandemia come un tempo di prova, “bloccato”, ma comunque un “tempo donato”, nel quale vivere da discepoli di Cristo. Certo, il Covid-19 ha stravolto ogni aspetto della convivenza civile e toccato nel profondo anche la vita della Chiesa. Perciò, “la situazione che stiamo ancora vivendo ci impedisce di camminare nei nostri percorsi consueti. Probabilmente continuerà a farlo ancora”. Il vescovo di Treviso propone, di conseguenza, un percorso basato non su programmi pastorali definiti, ma guidato dai tempi dell’anno liturgico, un “punto di riferimento che ci consente di vivere il nostro tempo, che è abitato dalla presenza di Gesù Cristo, il Crocifisso Risorto, Signore del tempo e della storia, che è vivo in mezzo a noi e non ci lascia mai soli”. A ciò si aggiunge l’invito a “vivere relazioni buone con Dio, con gli altri, con il creato, con noi stessi; a vivere con speranza e coraggio di fronte a sfide ardue, impegnandoci in grandi sforzi di solidarietà, di fraternità, di condivisione, di coesione sociale”.
Criterio del cammino sarà l’ascolto: della Parola di Dio e la sua incarnazione negli stili di vita, della Chiesa, dei poveri, l’ascolto reciproco e l’ascolto della storia. Da mettere poi in circolo attraverso le dimensioni del dialogo e della sinodalità. La lettera pastorale è stata presentata venerdì scorso, 27 novembre, nel corso di una convocazione diocesana alla presenza di una piccola rappresentanza di fedeli e trasmessa in streaming. “Ascolto, dialogo, sinodalità. Sono le parole che consegno a me e a voi – ha detto il vescovo -, per un cammino comune della nostra Chiesa, assieme agli uomini e alle donne di questo nostro tempo, senza barriere, senza distinzioni, senza preclusioni: davvero ‘Fratelli tutti’, perché Figli dello stesso Padre”.
Così, “la fede in Gesù Cristo, nella sua vittoria sulla morte e nel suo infinito amore per noi, ci permette di camminare nel buio, di percorrere passi di vita che non cedano alla fatica e alla disperazione, che si aprano alla speranza”.