L’estensione dell’indulgenza plenaria, in occasione dello speciale Anno di San Giuseppe (8 dicembre 2020 – 8 dicembre 2021), ad anziani, malati, agonizzanti e a tutti coloro che sono costretti a casa è “un grande gesto di misericordia e cura”. Lo dice in un’intervista al Sir don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, esprimendo riconoscenza al Papa anche per la profonda sensibilità e attenzione nei confronti di queste persone estendendo anche a loro, tramite il decreto sulle “speciali indulgenze” concesse in occasione dell’Anno di San Giuseppe, “il dono dell’indulgenza plenaria”, e invitando i sacerdoti a celebrare il sacramento della penitenza presso le loro abitazioni e a portare loro la Comunione. “Un gesto di pura misericordia – dice -; la misericordia che va incontro ai malati”.
“Francesco – spiega Angelelli – si rende conto che sono cambiati i modelli di cura, che molte persone sono isolate a domicilio. Noi stiamo già facendo tutto il possibile mobilitando sacerdoti e ministri straordinari della comunione – per questi ultimi abbiamo fatto specifici corsi di formazione sulle misure di precauzione da assumere – ma devo riconoscere che con la decisone di portare un gesto di misericordia ‘a domicilio’ il Santo Padre ancora una volta ci ha superato. Sono certo che per i malati sarà anche uno straordinario gesto di cura che dando sollievo alle ferite dell’anima li farà stare meglio”.