“Risulta che, alla data di ottobre 2020, siano 6.770 i richiedenti asilo e migranti accolti in campi situati nella Federazione della Bosnia Erzegovina. Si stima che il numero di coloro che dormono all’addiaccio o in palazzi abbandonati nel Cantone di Una Sana e altrove nel Paese va da 2.000 a 3.500 persone”. Questi i numeri che “Dunja Mijatović, Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha messo nero su bianco pochi giorni fa, supportati dai recenti video ‘rubati’ alle frontiere interne ed esterne dell’Ue e divenuti virali a conferma delle accuse già presentate in questi anni”: lo ricorda una nota diffusa oggi dai Missionari Scalabriniani, in occasione della Giornata internazionale per i diritti dei migranti. “Quei fotogrammi raccolti sul campo non lasciano troppi dubbi, le sequenze sono dure, le urla sono intollerabili. Colpiscono in particolare le clip ‘riprese’ da un ragazzo afghano che dice di aver nascosto il cellulare negli slip ed aver potuto così girarle e alla fine denunciare l’accaduto”, sottolinea fratel Gioacchino Campese, presidente della Ascs-Agenzia Scalabriniana per la cooperazione allo sviluppo.
“Le riammissioni a catena, denuncia anche l’Ics (Consorzio Italiano di Solidarietà-Ufficio rifugiati di Trieste), con cui dal confine italo–sloveno ‘si deportano illegalmente i rifugiati fino in Bosnia, hanno l’effetto di esporre le persone a condizioni inumane e a un rischio di morte: vanno pertanto immediatamente fermate’. E fatti simili – prosegue la nota dei Missionari Scalabriniani – accadono anche in Bosnia dove vengono da tempo denunciati episodi di violenza ed uso estremo della forza da parte della polizia”.
Di qui la denuncia: “Come Missionari Scalabriniani, nell’occasione della Giornata internazionale per i diritti dei migranti 2020, ripetiamo che non è accettabile restare muti una volta di più su questi respingimenti violenti, utilizzati, di fatto, come principale se non unico ‘strumento di controllo dei confini’ con gli Stati europei”. E l’appello: “La Commissione europea e gli Stati membri della Ue, inclusa l’Italia, devono con urgenza farsi garanti del pieno rispetto delle norme più basilari del diritto comunitario e internazionale, attualmente calpestate e ignorate di fatto”.