“Domenica ci sarà un accordo su Brexit”. Non ha dubbi Kyriaki Nanou (nella foto), docente di Politiche dell’Unione europea all’Università di Durham (Regno Unito). “È il termine ultimo per l’approvazione del trattato da parte dei parlamenti dei Paesi europei”, spiega al Sir l’esperta, “e Gran Bretagna e Ue non possono permettersi di andare oltre.
I danni economici, dopo l’uscita del Regno Unito dall’Europa il prossimo 31 dicembre, saranno notevoli anche se ci sarà un’intesa che protegga gli scambi attuali. Per non parlare dei ritardi e delle code ai porti, delle centinaia di pagine in più di moduli da compilare, dei nuovi dazi che renderanno alcune merci più costose. Aggiungiamo la crisi provocata dal Covid e possiamo essere sicuri che né i ventisette né la Gran Bretagna possono permettersi un no deal, una frattura che faccia scattare le tariffe dell’Organizzazione mondiale del commercio, distruggendo, Oltremanica, settori come l’agricoltura e l’industria automobilistica”. “Ci sarà un’altra telefonata tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Layen e il premier britannico Boris Johnson e poi l’accordo verrà annunciato”, spiega ancora la professoressa Nanou. “Quanto al contenuto del trattato penso che la Ue cederà sui diritti di pesca e il Regno Unito sul Level Playing Field, il rispetto degli standard europei. La Corte di giustizia della Ue verrà poi sostituita da un diverso sistema di arbitraggio”.
“L’idea che il mercato britannico possa venire completamente liberalizzato, dopo il 31 dicembre, e inondato di prodotti alimentari di bassa qualità come il pollo al cloro americano è una fantasia. I consumatori britannici non abbandoneranno facilmente l’alta qualità garantita dalla legislazione europea in materia di prodotti alimentari. Per non parlare del servizio sanitario britannico che quasi nessun cittadino vuole vedere privatizzato. Il Regno Unito dovrà accettare anche le protezioni dei diritti dei lavoratori garantite dalla Ue. Per quanto riguarda l’ambiente, la Gran Bretagna ha interesse ad armonizzare i propri obbiettivi con quelli europei”. Quanto alla ratifica da parte di Westminster e dei parlamenti europei del trattato che verrà annunciato domenica la professoressa Nanou pensa che le classi politiche europee e britanniche siano pronte. “Dopo quattro anni di negoziati e tira e molla i politici non vedono l’ora di trovare una via d’uscita”, continua l’esperta. “È stato l’accordo sul nord Irlanda ad aprire la strada alla svolta dieci giorni fa, quando Regno Unito e Ue hanno concordato che gli scambi di merci tra questa regione della Gran Bretagna e il resto del Paese continueranno con minori controlli possibili”.