“Tutto è in relazione, e la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri”. A ribadirlo è il Papa, nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, in cui ripercorre il significato della “cura” nella Bibbia, a partire dalla Genesi e dai due verbi-chiave “coltivare e custodire”, che “descrivono il rapporto di Adamo con la sua casa-giardino e indicano la fiducia che Dio ripone in lui facendolo signore e custode dell’intera creazione”, fino alla tradizione dei giubilei e alla venuta di Gesù, che, “nella sua compassione, si avvicina ai malati nel corpo e nello spirito e li guarisce; perdona i peccatori e dona loro una vita nuova”. “Gesù – ricorda Francesco – è il Buon Pastore che si prende cura delle pecore; è il Buon Samaritano che si china sull’uomo ferito, medica le sue piaghe e si prende cura di lui. Al culmine della sua missione, Gesù suggella la sua cura per noi offrendosi sulla croce e liberandoci così dalla schiavitù del peccato e della morte. Così, con il dono della sua vita e il suo sacrificio, egli ci ha aperto la via dell’amore e dice a ciascuno: ‘Seguimi. Anche tu fa’ così’”. Di qui l’importanza delle opere di misericordia spirituale e corporale, che “costituiscono il nucleo del servizio di carità della Chiesa primitiva”.