“La promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del creato”. Sono questi, per il Papa, i quattro pilastri, tratti dalla dottrina sociale della Chiesa, che sono alla base della “cultura della cura”, al centro del messaggio per la Giornata mondiale della pace. “Ogni persona umana è un fine in sé stessa, mai semplicemente uno strumento da apprezzare solo per la sua utilità, ed è creata per vivere insieme nella famiglia, nella comunità, nella società, dove tutti i membri sono uguali in dignità”, sottolinea Francesco: “È da tale dignità che derivano i diritti umani, come pure i doveri, che richiamano ad esempio la responsabilità di accogliere e soccorrere i poveri, i malati, gli emarginati, ogni nostro prossimo, vicino o lontano nel tempo e nello spazio”. “Ogni aspetto della vita sociale, politica ed economica trova il suo compimento quando si pone al servizio del bene comune”, prosegue Francesco, secondo il quale “i nostri piani e sforzi devono sempre tenere conto degli effetti sull’intera famiglia umana, ponderando le conseguenze per il momento presente e per le generazioni future”. “Quanto ciò sia vero e attuale ce lo mostra la pandemia del Covid-19”, osserva il Papa, davanti alla quale “ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme”, perché “nessuno si salva da solo e nessuno Stato nazionale isolato può assicurare il bene comune della propria popolazione”.