Nel triennio 2016-2018 si stima che il 55,7% delle imprese industriali e dei servizi con 10 o più addetti abbia svolto attività finalizzate all’introduzione di innovazioni. Rispetto al periodo precedente (2014-2016), la quota di tali imprese è aumentata di 7 punti percentuali. È, in estrema sintesi, quanto emerge da un report dell’Istat sull’innovazione nelle imprese in Italia, diffuso oggi. “Si conferma – si legge ancora nel report – che la propensione all’innovazione cresce all’aumentare della dimensione aziendale: la percentuale di imprese con tale caratteristica passa dal 53,3% nella fascia di imprese con 10-49 addetti al 71,4% in quella con 50-249 addetti, fino a raggiungere l’81,0% nelle grandi imprese (250 addetti e oltre). Tuttavia, emergono segnali di un riposizionamento delle piccole e medie imprese verso una più elevata propensione all’innovazione (+7,7 punti percentuali per le prime e +3,1 per le seconde), mentre si manifesta una sostanziale stabilità per le grandi imprese”.
Secondo l’Istat, l’industria in senso stretto resta il settore con la maggiore propensione innovativa, con il 65,7% di imprese con attività innovative (+8,6 punti percentuali rispetto al triennio precedente). In particolare, per quasi la totalità delle grandi imprese industriali l’innovazione si conferma un aspetto centrale delle scelte strategiche aziendali (90,3%) anche se si riduce leggermente il loro impegno per l’innovazione (-1,6 punti rispetto al triennio 2014-2016).