“Natale con don Primo Mazzolari”: è il titolo dell’evento on line promosso dalla Fondazione Don Primo Mazzolari di Bozzolo, dove il sacerdote fu parroco dal 1932 alla morte, avvenuta nel 1959. “Nelle riflessioni che don Primo dedicava ogni anno al Natale – spiega la Fondazione – si riassapora la domanda dell’uomo proteso nell’attesa di Dio; le meraviglie di un Dio che ‘prende dimora tra gli uomini’”. L’appuntamento è per venerdì 18 dicembre, alle ore 18.30 su sito (www.fondazionemazzolari.it) e social della Fondazione Mazzolari. Sarà Mario Gnocchi, del Comitato scientifico della stessa Fondazione, a proporre una meditazione sull’argomento. Conclusioni alle 19.30. Proprio in questi giorni viene pubblicato il nuovo numero della rivista storica “Impegno”, della Fondazione di Bozzolo. Numerosi gli articoli con studi e approfondimenti sulla figura del parroco lombardo di cui è in corso il processo di beatificazione. Nel presente numero l’editoriale è firmato dalla neo presidente della Fondazione, Paola Bignardi.
“La causa di beatificazione di don Primo, che è giunta a un punto importante, ci impegna particolarmente da due punti di vista almeno”, scrive Bignardi. “Da una parte sollecita la nostra responsabilità a far conoscere sempre meglio la personalità poliedrica del parroco di Bozzolo: la sua umanità, il suo modo di vivere il ministero, il suo impegno civile, la sua testimonianza ai valori di libertà, di democrazia e di pace. Il desiderio della Fondazione è quello di far conoscere Mazzolari soprattutto ai giovani… Accanto a un accresciuto impegno di divulgazione, vi è quello della ricerca sui documenti, che si fa più pressante e rigorosa. Il percorso verso il riconoscimento della santità di Mazzolari non è la costruzione di un ‘santino’ destinatario di qualche devozione, ma è un lavoro scientifico che ha bisogno di competenze e di grande impegno. La Fondazione si assume questi oneri nella convinzione che la Chiesa per presentarsi al mondo di oggi ha bisogno di santi che parlino il linguaggio della contemporaneità”.
Più avanti, la presidente afferma: “Don Mazzolari non ha bisogno del riconoscimento della sua santità. La sua vita in Dio è al di là di queste esigenze; siamo noi che abbiamo bisogno di capirlo meglio e di conoscerlo di più, per essere aiutati a vivere con serietà il Vangelo, per la parte che a ciascuno tocca. La Chiesa, così affaticata nel travaglio di questo passaggio d’epoca, ha bisogno di confrontarsi con una visione coraggiosa e aperta, quella di ‘Lettera sulla parrocchia’ o quella del piccolo libro dedicato a ‘I lontani’, per poter dire che anche alla gente di oggi è possibile la più bella avventura. Nel rileggere oggi questi scritti mazzolariani non si sa se essere più ammirati per lo sguardo lungo di questo parroco di campagna o provocati dalla libertà delle sue visioni”.