“Tutte le morti sono brutte, ma queste sul lavoro in mare per guadagnarsi il pane con fatica per costruire un futuro sereno sono ancora più tragiche. E non posiamo rassegnarci a queste morti; non possiamo abbassare l’attenzione di fronte a queste tragedie, che si abbattono su chi va in mare a pescare e spesso torna senza aver pescato nulla. Ogni volta che un pescatore muore, tutti dobbiamo sentirci coinvolti. Questo è un dramma di tutti”. Lo ha affermato questa mattina l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi, celebrando a Terrasini i funerali di Vito Lo Iacono.
“Oggi – ha osservato – si riapre una ferita che non si era mai chiusa, anche se finalmente il nostro fratello Vito, che ha trovato inaspettatamente la morte nel mar Tirreno a 26 anni, dopo sette mesi potrà avere una degna sepoltura cristiana accanto a suo papà Matteo anche lui vittima assieme al cugino Giuseppe di questa immane tragedia che ha colpito, oltre le loro famiglie, le marinerie e le comunità di Terrasini e Cinisi”.
“Chiediamo con forza alle Autorità competenti di non rimanere indifferenti per ricercare la verità e la giustizia per la Nuova Iside e che siano chiarite al più presto le modalità di quest’ennesima tragica morte in mare”, ha proseguito Pennisi, aggiungendo che “nell’esprimere vicinanza ai familiari vogliamo esprimere la nostra solidarietà ai pescatori, chiedendo alle Istituzioni maggiori diritti e maggiore sicurezza per i lavoratori del mare”.
Nell’omelia l’arcivescovo ha anche espresso vicinanza “alle famiglie dei pescatori partiti da Mazara” per oltre 100 giorni detenuti in Libia invitando “le Autorità competenti a fare tutto il possibile per farli rientrare in famiglia prima del Natale”. Cosa che accadrà nelle prossime ore, visto che sono stati liberati in mattinata.