(da New York) La “gravità” della pandemia in corso e “la mancanza di disponibilità di vaccini alternativi” sono motivi “sufficientemente seri” per accettare i vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna. Lo hanno dichiarato il vescovo Kevin C. Rhoades, presidente del Comitato della Conferenza dei vescovi Usa sulla dottrina, e l’arcivescovo Joseph F. Naumann, presidente del Comitato Pro-life, dopo l’autorizzazione concessa dall’agenzia del farmaco americana ai due trattamenti vaccinali che hanno utilizzato cellule originate da tessuti prelevati da aborti. L’utilizzo di queste cellule aveva destato preoccupazione e sollevato diverse questioni morali tra i cattolici americani, al punto da suscitare il rifiuto della vaccinazione. “Ricevere il vaccino Covid-19 dovrebbe essere inteso come un atto di carità verso gli altri membri della nostra comunità”, hanno precisato i due vescovi. “Essere vaccinati in sicurezza contro il Covid-19 dovrebbe essere considerato un atto d’amore verso il nostro prossimo e parte della nostra responsabilità morale per il bene comune”, hanno ribadito a nome della Conferenza episcopale americana. Mons. Rhoades e mons. Naumann hanno espresso perplessità sul vaccino AstraZeneca, “più moralmente compromesso”, e hanno concluso che questo vaccino “dovrebbe essere evitato” se ci sono alternative disponibili, ma se dovesse accadere che il rifiuto porti a rischi “per la propria salute e per quella degli altri sarebbe consentito accettare il vaccino AstraZeneca”. Nella lunga dichiarazione, hanno poi spiegato che le linee cellulari utilizzate dai vaccini derivano da campioni di tessuto prelevati da feti abortiti negli anni ’60 e ’70 e da allora queste cellule sono state coltivate in laboratori di tutto il mondo. “È importante notare che la realizzazione del vaccino contro la rosolia – o quella dei nuovi vaccini Covid-19 – non coinvolge cellule prelevate direttamente dal corpo di un bambino abortito e la produzione dei vaccini non richiede nuove cellule da nuovi aborti”. Allo stesso tempo, i vescovi hanno anche messo in guardia dal rischio che lo sviluppo dei vaccini metta tra parentesi le questioni etiche e morali legate all’aborto. “Dobbiamo stare in guardia e fare in modo che i nuovi vaccini anti Covid-19 non ci desensibilizzino o indeboliscano la nostra determinazione nel contrastare il male dell’aborto stesso e il successivo utilizzo di cellule fetali nella ricerca”, hanno concluso il vescovo Rhoades e l’arcivescovo Naumann.