Demografia: Istat, nel 2019 popolazione sostanzialmente stabile rispetto al 2011 ma in calo i residenti al Sud, nelle Isole e nei piccoli Comuni

La popolazione censita in Italia al 31 dicembre 2019 ammonta a 59.641.488 residenti – circa 175mila persone in meno rispetto al 31 dicembre 2018, pari a -0,3% – ma risulta sostanzialmente stabile nel confronto con il 2011 (anno dell’ultimo censimento di tipo tradizionale), quando si contarono 59.433.744 residenti (+0,3%, per un totale di +207.744 individui). È quanto certifica oggi l’Istat, diffondendo i dati definitivi 2018 e 2019 del “Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni”.
Rispetto al 2011, viene spiegato, i residenti diminuiscono nell’Italia Meridionale e nelle Isole (-1,9% e -2,3%), e aumentano nell’Italia Centrale (+2%) e in entrambe le ripartizioni del Nord (+1,6% nell’Italia Nord-orientale e +1,4% nell’Italia Nord-occidentale). Più del 50% dei residenti è concentrato in cinque Regioni, una per ogni ripartizione geografica: Lombardia (16,8%), Veneto (8,2%), Lazio (9,7%), Campania (9,6%) e Sicilia (8,2%).
“Il lievissimo incremento di popolazione rispetto al 2011 è da attribuire esclusivamente alla componente straniera”, sottolinea l’Istat, aggiungendo che “nel periodo 2011-2019 la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di circa 800mila unità (-1,5%) mentre i cittadini stranieri sono aumentati di circa 1 milione (+25,1%), senza considerare che sono più di 1 milione le acquisizioni di cittadinanza nel periodo 2012-2019 e che già al censimento del 2011 i cittadini italiani per acquisizione erano quasi 700mila”.
Il Comune più grande è Roma con 2,8 milioni di abitanti, mentre quello più piccolo è Morterone, in provincia di Lecco, con 30 abitanti. Stando ai dati diffusi, la popolazione residente diminuisce nei Comuni con meno di 5mila abitanti (-520.843 individui rispetto al 2011) e aumenta in tutte le altre classi dimensionali, soprattutto nei Comuni tra i 50mila e i 100mila abitanti (+3,6%) e in quelli con oltre 100mila abitanti (+2,5%). “Questa dinamica – si legge – è dovuta principalmente ai cittadini stranieri, la cui presenza aumenta in tutte le classi di ampiezza demografica. Gli italiani invece diminuiscono in tutte le classi di comuni, a eccezione di quella tra 50mila e 100mila abitanti”.

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