“Con quasi 1,5 milioni di anziani over 65 in più in Italia è necessario aumentare i servizi e l’assistenza sul territorio nazionale anche nelle aree più svantaggiate e isolate”. È quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in riferimento agli ultimi dati Istat sul censimento della popolazione italiana con l’emergenza Covid che sta colpendo gli anziani in famiglia e nelle case di riposo.
“La percentuale di popolazione con oltre 65 anni è passata dal 20,8% (12.384.972 persone) del 2011 al 23,2% (13.859.090) nel 2019 – sottolinea Uecoop – e un aumento sensibile si registra anche per le età più avanzate con gli ultrasettantacinquenni, passati dal 10,4% del 2011 (6.152.413) all’11,9% del 2019 (7.063.716), e gli ultra 85enni, che passano dal 2,8 al 3,7% sul totale della popolazione. In pratica ci sono 5 anziani per ogni bambino in Italia”.
Secondo l’Unione europea delle cooperative, “in una realtà come quella italiana dove gli anziani sono sempre più al centro dello scenario sociale serve un continuo miglioramento dei servizi di welfare che vedono con in prima linea 350mila operatori di cooperative sociali e di assistenza che seguono 7 milioni di famiglie affiancando il lavoro dei servizi pubblici”. “Nonostante le quasi 8mila case di riposo italiane abbiano in media un buon livello di qualità dell’assistenza e siano cresciute del 30% in dieci anni – spiega Uecoop – la disponibilità media a livello nazionale è solo di 1 posto letto ogni 41 anziani con richieste in aumento nonostante rette che vanno dai 1.000 ai 3.000 euro al mese a seconda della posizione della struttura, dai servizi offerti e dalla possibilità di ospitare anche a persone non autosufficienti”.
“Proprio gli anziani non autosufficienti – viene evidenziato – raddoppieranno fino a quasi 5 milioni entro il 2030. Una situazione che impone di organizzare un sistema di welfare in grado di soddisfare la domanda di assistenza e servizi delle famiglie italiane potenziando la collaborazione fra il settore pubblico e quello privato”.