In un contesto sociale, economico e politico difficile, la Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba indirizza al Paese un lungo e articolato messaggio di Natale, nel quale ricorda che esso coincide soprattutto con una “Buona notizia”, nella speranza che a essa corrispondano novità anche per la realtà dell’isola caraibica, dove di recente ha suscitato molte reazioni il prolungato sciopero della fame degli artisti e intellettuali riuniti nel movimento San Isidro, di fronte alla mancanza di libertà d’espressione e alle repressioni delle autorità.
Scrivono i vescovi, pur senza citare gli ultimi avvenimenti: “Una buona notizia per i cubani sarebbe che le cose cambiassero in meglio e nella pace. Una buona notizia per i cubani sarebbe che l’onere di procurarsi il cibo diventasse una serena condivisione del pane quotidiano con la famiglia. Una buona notizia per i cubani sarebbe che l’annunciata riforma dell’economia nazionale, lungi dall’aumentare le preoccupazioni di molti, aiutasse tutti a sostenere la propria famiglia con un lavoro dignitoso, con uno stipendio sufficiente e con una giustizia sociale sempre necessaria. Una buona notizia per i cubani sarebbe evitare violenze, scontri, insulti e squalifiche per creare un ambiente di amicizia sociale e fratellanza universale, come ci invita a fare Papa Francesco nella sua recente enciclica Fratelli tutti. Una buona notizia per i cubani sarebbe che l’intolleranza lasciasse il posto a una sana pluralità, dialogo e negoziazione tra coloro che hanno opinioni e criteri diversi. Una buona notizia sarebbe che noi cubani non dovessimo cercare fuori dal Paese quello che dovremmo trovare dentro; che non dovessimo aspettare che ci diano dall’alto ciò che dobbiamo e possiamo costruire dal basso. Una buona notizia per i cubani sarebbe che tutti i blocchi, esterni ed interni, cessassero e cedessero il passo all’iniziativa creativa, alla liberazione delle forze produttive e alle leggi che favoriscono l’iniziativa di ogni cubano, così ognuno si sentirà e potrà essere protagonista del suo progetto di vita e, in questo modo, la Nazione avanzerà verso uno sviluppo umano integrale”.
I vescovi cubani tornano a proporre le parole pronunciate l’8 settembre 2013, ribadendo che “qualsiasi progetto sociale deve aprire spazi per i progetti di vita personale e familiare dei cittadini e deve essere armonizzato tra loro”.