Coronavirus Covid-19: mons. Lagnese (Ischia), “in un’Isola che vive soprattutto di turismo crescono nuovi poveri, paura di non farcela e smarrimento”

“Viviamo all’indomani di ‘una tragedia globale come la pandemia’, venuta a ricordarci – sono parole del Pontefice – che siamo ‘una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti’ e dunque che ‘nessuno si salva da solo’ e ‘che ci si può salvare unicamente insieme’”. Riprende le parole di Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti” mons. Pietro Lagnese, vescovo di Ischia, nella sua lettera ai sindaci dell’Isola Verde, evidenziando che “si tratta di un momento della storia mondiale davvero complesso e, per tutti, sicuramente difficile”. Dopo l’emergenza sanitaria, ricorda il presule, “siamo chiamati a fare i conti con una vera e propria crisi economica e sociale. L’Italia, insieme a tanti altri Paesi, sta sperimentando effetti preoccupanti a tutti i livelli” e “anche sull’Isola d’Ischia la situazione non è affatto semplice. Anzi, vi dico che sono molto preoccupato per le condizioni in cui si trovano tante famiglie ischitane”. Di qui la decisione di scrivere ai sindaci: “A causa della pandemia, crescono, infatti, – e di molto – i nuovi poveri sulla nostra Isola e tante famiglie si trovano a far fronte a una situazione veramente difficile. Molti hanno paura di non farcela, sono scoraggiati e tanti avvertono un senso di ansia e di smarrimento”.
D’altronde “non poteva non essere così, in un territorio come il nostro dove l’economia si basa principalmente su un tessuto intrecciato di attività commerciali, artigianato, strutture ricettive e piccole e medie imprese”; “in un’isola come la nostra dove si contano ogni anno quasi dodicimila lavoratori stagionali impegnati nel settore turistico, ricettivo e ristorativo che, nella scorsa stagione hanno lavorato, però, solo un mese o al massimo due o, peggio, sono rimasti – almeno tremila – completamente senza lavoro”; “in una terra nella quale c’è ancora chi lavora a nero e molti lavoratori sono assunti con contratti precari, legati sempre più ad agenzie interinali; per loro, come sapete bene, quest’anno, per una serie di pastoie burocratiche, in un primo momento non sono stati previsti i bonus dal Governo e c’è di fatto tuttora incertezza circa la possibilità per gli stagionali di accedere ai ristori dello Stato”. Sì, sottolinea il vescovo, “per Ischia, che vive soprattutto di turismo e, negli ultimi decenni, a torto o a ragione, ha fatto dell’accoglienza il fondamentale motore della sua economia, non poteva non essere così!”.

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