“Un altro termine ultimo spostato. L’ennesima decisione di continuare le trattative. Il vero problema è che non sappiamo che cosa stia succedendo ai negoziati. Credo che un accordo sia già pronto con degli spazi vuoti per i dettagli sui quali vi sono ancora divergenze”. Con queste parole il politologo Mark Stuart dell’Università di Nottingham commenta per il Sir il comunicato congiunto, concordato dal premier britannico Boris Johnson e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, con il quale ieri i due leader hanno deciso, nonostante incomprensioni e ritardi, “dopo quasi un anno di negoziati, di fare un miglio in più”. “Abbiamo dato mandato ai nostri negoziatori di andare avanti per vedere se un’intesa è possibile”, ha detto Ursula von der Leyen leggendo pubblicamente il comunicato. Così, già da oggi, Michel Barnier, capo negoziatore Ue, torna al lavoro aggiornando gli ambasciatori dei 27 Paesi riuniti nel Coreper. “Il mondo del business ha tirato un sospiro di sollievo”, continua Mark Stuart. “È stato scongiurato, per adesso, il no deal, l’uscita senza accordo della Gran Bretagna dalla Ue anche se un compromesso va trovato entro il 31 dicembre quando scatta la Brexit. Per il nostro Paese rompere sarebbe un disastro economico. A temere il peggio sono gli agricoltori e anche il settore automobilistico che rischiano dazi anche del 40% sui prodotti di esportazione. Il mercato europeo assorbe circa la metà dei prodotti britannici”.