A Taiz e Hodeidah – principale porto dello Yemen – ogni giorno 4 persone inermi vengono ferite o uccise. È il drammatico bilancio a due anni dagli accordi di pace di Stoccolma, firmati il 13 dicembre 2018, che avrebbero dovuto alleviare le sofferenze di un paese duramente colpito dalla guerra. L’allarme diffuso oggi da Oxfam rivolge un appello alla comunità internazionale per un immediato cessate il fuoco che consenta alle organizzazioni umanitarie di soccorrere la popolazione stremata da carestia, colera e ora pandemia da coronavirus, del tutto fuori controllo con la metà delle strutture sanitarie distrutte da quasi 6 anni di conflitto. “Dalla firma degli accordi di Stoccolma, sono stati colpiti oltre 2.600 civili nei due governatorati – spiega Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia –. Nonostante qualche timido progresso nel dialogo tra le parti in conflitto, ossia gli Huthi e il governo internazionalmente riconosciuto sostenuto dalla coalizione a guida saudita, siamo ancora molto lontani da una soluzione che porti alla pace. Una situazione drammatica di cui fa le spese per prima una popolazione stremata da un conflitto che ha già causato oltre 100mila vittime di cui 12mila civili, con le organizzazioni umanitarie che devono affrontare enormi difficoltà per portare aiuti”.
Oxfam rileva che “la popolazione sta letteralmente restando senza acqua e cibo e le organizzazioni umanitarie non possono soccorrerle a causa dei blocchi alla circolazione imposti dalle parti in conflitto”. Una situazione che potrebbe significare carestia per altri milioni di persone, in un paese in cui già in 7 milioni e mezzo, tra cui 1,2 milioni di bambini, soffrono la fame. “In tutto lo Yemen ci sono già oltre 4 milioni di sfollati e più di 20 milioni di persone non hanno accesso a cure di base, mentre le grandi potenze mondiali continuano a trarre profitto dalla vendita di armi alle parti in conflitto”, conclude Pezzati.