“Non è il vaccino che è stato trasformato in oggetto di controversia politica. È la vita delle persone che viene contesa attraverso un gioco senza scrupoli, che dev’essere ripudiato da tutte le persone di buona volontà”. Invece, “la vita deve essere garantita in tutti i modi. Il vaccino deve essere considerato un bene comune, necessario per la sopravvivenza delle persone, per fare la differenza tra la vita e la morte. Non può essere uno strumento economico per l’arricchimento di pochi, né un oggetto politico per chi gioca d’azzardo con la vita umana”.
È quanto sostengono oltre settanta organizzazioni ecclesiali brasiliane. Si va dalla Commissione Giustizia e pace della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) al Consiglio nazionale del laicato, dalla Conferenza dei religiosi alla Pastorale operaia nazionale, dalla Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) del Brasile alla Settimana sociale, dal Servizio nazionale ai migranti alla Commissione nazionale per la trasformazione sociale della Cnbb, dalla Pastorale carceraria al Centro nazionale di fede e politica Dom Helder Câmara, dai francescani ai gesuiti e a numerose realtà che sono espressione della Cnbb, di singole diocesi, aggregazioni, congregazioni religiose
Si legge nella nota: “I vaccini contro il coronavirus sono ora disponibili e hanno iniziato ad essere applicati in Europa. In Brasile, il Governo federale non ha in programma di immunizzare le persone e si chiede persino se ci saranno abbastanza aghi per le iniezioni. Gli Stati non sanno cosa fare e il governo di San Paolo ha già annunciato l’inizio delle vaccinazioni per fine gennaio, con il vaccino cinese prodotto presso l’Istituto Butantã”. Tutto ciò nonostante le recenti ma generiche assicurazioni del presidente Bolsonaro e del Governo, riportate ieri dal Sir.
“La responsabilità per i decessi, ora che c’è un vaccino, ricade sulle autorità”, proseguono le organizzazioni cattoliche, che esigono: “Non lasciate che il vaccino rimanga una parte del gioco politico. Chiediamo alle forze della società di lottare per la vita, adesso. È la priorità su tutte le cose. L’urgenza di azioni politiche, legislative, giudiziarie ed esecutive richiede una posizione definita. Tutti hanno diritto al vaccino il prima possibile”.