È atteso per oggi in Argentina, dopo un estenuante dibattito notturno, il voto sul disegno di legge che legalizza l’aborto. Un dibattito che spacca, oltre che la società argentina (in un momento in cui invece servirebbe coesione, come più volte hanno ricordato i vescovi), anche trasversalmente il mondo politico. Al momento, contrariamente a quando accadde nel 2018, sembra prevalere il fronte del sì, ma decisiva sarà la scelta dei 14 deputati ancora indecisi. Secondo il quotidiano “La Nación” i parlamentari orientati a votare a favore sono 126, quelli orientati a votare contro sono 112, poi ci sono, appunto, gli indecisi.
Ieri, attraverso il profilo Instagram della Conferenza episcopale argentina, il segretario generale, mons, Carlo Humberto Malfa, vescovo di Chascomús, ha invitato a proseguire nella battaglia per la difesa della vita umana. “Alcuni mi dicono che è una battaglia persa, rispondo che non smetterò di farla, perché la missione di creare consapevolezza sulla dignità inviolabile della vita umana non finisce mai”.
Per tutta la giornata e la notte, i gruppi pro vita, caratterizzati dal colore azzurro (mentre il verde è il colore dei pro aborto), hanno manifestato di fronte al Parlamento, denunciando anche momenti di repressione da parte della Polizia, con l’arresto di quattro persone, nel momento in cui alcuni manifestanti hanno tentato di allestire uno schermo per assistere al dibattito parlamentare, operazione che secondo le forze dell’ordine non era stata autorizzata.