Diritti umani: Caritas italiana, “ostacolato lo spazio d’azione della società civile e delle organizzazioni”

“Tanto più nell’attuale crisi sociale, sanitaria ed economica la difesa dei diritti è sempre più necessaria: la pandemia lascerà infatti non solo effetti di impoverimento, ma anche un arretramento dei diritti fondamentali”. Lo segnala Caritas italiana, in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, pubblicando il dossier “Apriamo gli spazi. Ri-animiamo processi di costruzione partecipata delle politiche pubbliche”. Una riflessione centrata sull’azione delle organizzazioni “civiche” che “sembra essere sempre meno libera e sempre meno efficace, anche in tema di advocacy, intesa come azione collettiva volta a riconoscere, tutelare e rendere effettivi i diritti delle persone e delle comunità”. “Non bastano gli interventi riparatori e assistenziali – si legge in una nota -, sarà necessario promuovere una cultura dei diritti, delle responsabilità e del bene comune, che implica anche la volontà e la capacità di agire in prima persona e come collettività per l’attuazione dei principi costituzionali e universali di solidarietà, giustizia e uguaglianza”.
Il messaggio della Caritas è che “la società civile e le organizzazioni che la rappresentano danno e possono continuare a dare un contributo importante, ma devono essere sostenute, ascoltate e coinvolte sempre di più nei processi di cambiamento”. “Invece, in Italia e nel resto del mondo, il loro spazio di azione si riduce e viene troppo spesso ostacolato”.
Infine, Caritas reputa “cruciale”, in una logica di sussidiarietà e solidarietà, “attivare il prima possibile uno spazio formale, riconosciuto, trasparente e permanente per contribuire al benessere futuro della collettività e del Paese”.

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