Compie tre anni la “Fraternità minoritica San Francesco”, composta da tre frati (minore, conventuale, cappuccino) e voluta dal vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, nel cuore della Valle Santa reatina. L’anniversario, riferisce Frontierarieti.com, edizione on line del settimanale diocesano, è stato ricordato nei giorni scorsi con un momento di preghiera a San Rufo, chiesa riaperta al pubblico dopo che una verifica post sismica aveva rilevato delle piccole criticità che si sono dovute risolvere. Chiesa ora a tutti gli effetti affidata alla fraternità che nel sovrastante palazzo vive, insieme a quella delle suore francescane indiane che ne hanno la custodia. L’impegno dei tre religiosi si dipana tra l’hospice San Francesco, l’ospedale, la cappellania della Pia Unione Sant’Antonio, l’assistenza alle monache clarisse di Santa Chiara che si stanno ristabilendo a Rieti e ora anche il servizio al santuario francescano della Foresta, dove uno di loro si reca la domenica per la Messa festiva, che viene animata da un nascente gruppo Gifra, Gioventù francescana. La presenza di questa comunità “sta a testimoniare la grande umiltà e libertà francescana – ha detto il provinciale dei Minori, padre Massimo Fusarelli -. San Francesco ci ha voluto liberi e sganciati da tutto, ma nel corso della storia i francescani hanno invece iniziato via via a istallarsi”. La fraternità collocata nel cuore della città di Rieti costituisce “testimonianza profetica di una ‘autoriduzione’: non avere uno spazio proprio, né fisico né pastorale, andando oltre anche una precisa configurazione giuridica: e allora, oltre il diritto, c’è il campo più bello, che è quello della vita, quello che Dio coltiva in mezzo agli uomini e alle donne di questo territorio”.