Cosa sarà del cinema? L’ultimo numero del 2020 della Rivista del Cinematografo, disponibile da oggi 1° dicembre, cerca di rispondere a questa domanda. La cover story esplora l’attuale situazione del mercato cinematografico con uno sguardo globale. Via quindi a testimonianze da Stati Uniti, Cina, Europa. Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, offre uno sguardo d’insieme su un sistema che, già prima della pandemia, subiva le scosse di una profonda trasformazione, sintomo di un riassetto inevitabile. “Il cinema non finirà – scrive Barbera – semplicemente perché la nuova frontiera delle piattaforme online avrà bisogno di nuovi titoli per alimentare un’offerta che deve tener dietro ad una domanda in crescita”. Domanda che, secondo Gianluca Arnone, per concorrenza e saturazione, porterà le piattaforme a cambiare. David Rooney, chief film critic di Hollywood Reporter, esamina lo scenario contemporaneo e immagina quello futuro. Alla disamina di Rooney se ne aggiunge un’altra: “Se l’America – sostiene Gianni Riotta – promette nuovamente di cambiare (anche nell’immaginario), con la vittoria di Joe Biden e Kamala Harris, la Cina governa l’emergenza con misure militari, consentendo l’apertura degli esercizi, sale comprese”. Per approfondire ciò che sta succedendo nel principale mercato cinematografico mondiale, l’intervista a Giovanna Botteri, che dalla Cina fino a poche settimane fa ha seguito l’evolversi della pandemia. “In Cina la cultura è rimasta sempre un fattore centrale, mai scisso dagli altri aspetti dell’economia – dichiara Giovanna Botteri -. Il governo ha destinato grandi somme all’industria dello spettacolo, per dare un segnale forte, dai set ai palcoscenici dei teatri”.
Nel numero anche le rubriche curate da Orio Caldiron, Bruno Fornara, Giacomo Poretti, Gianni Riotta e Nadia Terranova e i loro dialoghi fra cinema e serie tv, libri e musica. “La crisi della sala è anzitutto una crisi di socialità e cultura – scrive il direttore, mons. Davide Milani -. Urgente una riflessione ad ampio spettro per salvare, rianimare e ricostituire le comunità intorno al cinema in sala”. Immancabile l’omaggio a Sean Connery e Gigi Proietti, quest’ultimo ricordato tra pubblico e privato da Laura Delli Colli.