Economia: Istat, riviste al ribasso le stime del Pil. Nel terzo trimestre 2020 aumento congiunturale del 15,9%, -5% in termini tendenziali

Nel terzo trimestre del 2020 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 15,9% rispetto al trimestre precedente ed è diminuito del 5% nei confronti del terzo trimestre del 2019. Lo rende noto oggi l’Istat, diffondendo i dati sulle nuove serie dei “Conti economici trimestrali – Prodotto interno lordo, valore aggiunto, consumi, investimenti, domanda estera” relativi al terzo trimestre 2020.
“La stima completa dei conti economici trimestrali conferma che l’economia italiana, dopo la forte contrazione registrata nella prima metà dell’anno per gli effetti dell’emergenza sanitaria, registra un consistente recupero nel terzo trimestre, misurato da una crescita congiunturale del Pil pari al 15,9%”, spiega l’Istat sottolineando che “nella stima preliminare la crescita del Pil era del 16,1%” mentre il calo tendenziale era del -4,7%. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -8,3%.
Stando ai dati diffusi, rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna risultano in crescita, con un aumento del 9,2% dei consumi finali nazionali e del 31,3% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono aumentate, rispettivamente, del 15,9% e del 30,7%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente per 13 punti percentuali alla crescita del Pil: +7,5 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private (Isp), +5,3 punti gli investimenti fissi lordi e +0,2 punti la spesa delle Amministrazioni pubbliche (Ap). La variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per 1 punto percentuale, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato positivo e pari a 4 punti.
Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi cresciuti rispettivamente dello 0,2%, del 33,1% e dell’11,9%.

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