Niente messa di Natale in chiesa in Belgio. Sarà questa una delle conseguenze più pesanti del decreto ministeriale del 29 novembre scorso che prolunga fino al 15 gennaio 2021 il lockdown delle cerimonie religiose pubbliche nei luoghi di culto. In una nota diffusa questa mattina, i vescovi del Belgio prendono atto della decisione del governo ed esprimono “ancora una volta la loro solidarietà alle misure prese dal governo per contrastare la pandemia, evitare quante più vittime possibili e alleggerire la pressione sul nostro sistema sanitario”. Tuttavia – aggiunge la nota – “i vescovi, come anche molti credenti, sentono questo lockdown delle celebrazioni pubbliche nelle chiese come una limitazione al vissuto della loro fede”. Per questo, l’episcopato belga chiede di poter riprendere il dialogo con i servizi governativi competenti per consultarsi sulla possibilità di una ripresa anticipata delle celebrazioni religiose pubbliche, che sarà certamente “inquadrata da protocolli che garantiscono la massima sicurezza”. Nel comunicato, i vescovi rivolgono un appello anche ai responsabili delle parrocchie perché in questo periodo natalizio e di lockdown garantiscano “una massima apertura delle chiese”. “I credenti – scrivono i vescovi – saranno accolti, da soli o circondati dalla loro cerchia familiare, per una preghiera individuale, un momento di riflessione o contemplazione, per accendere una candela o offrire una donazione per i più svantaggiati”. In particolare, la Conferenza episcopale chiede ai parroci di “consentire la visita al presepe in chiesa nei giorni di Natale, nel rispetto delle misure di protezione contro il Covid-19”. Il comunicato si conclude con un appello alle comunità cattoliche del Paese perché siano solidali soprattutto con chi “sta attraversando un periodo particolarmente difficile a causa della crisi attuale”. “Anche se in lockdown – scrivono i vescovi – rimaniamo in comunione”.