“Ho perso un amico, la comunità ebraica un grande leader, l’umanità un portavoce eloquente”. Con queste parole il cardinale Vincent Nichols presidente della conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ricorda il rabbino Jonathan Sacks. Scomparso nelle prime ore di sabato, a 72 anni, appena un mese dopo una diagnosi di cancro, Lord Sacks, già rabbino capo della Gran Bretagna e del Commonwealth, è stato un leader spirituale di fama internazionale. Ha ricevuto, nel 2016, il premio “Templeton”, oltre a 17 dottorati onorari da università di tutto il mondo. Autore di 30 bestsellers, nei quali ha denunciato consumismo e secolarizzazione, ha rinnovato, da guida degli ebrei britannici, la sua comunità dimostrando che la religione può ancora parlare agli uomini del nostro tempo. A rendergli omaggio, insieme al premier britannico Boris Johnson e al leader dell’opposizione Keir Starmer, è stato anche l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby. “È con profonda tristezza che piango la morte di Jonathan Sacks”, ha scritto in un messaggio via Twitter. “Possa la sua memoria essere una benedizione duratura”. Sempre il card. Nichols ha ricordato l’incontro di Lord Sacks con Papa Benedetto nel 2010 quando il rabbino appena scomparso aveva citato le parole di san John Henry Newman: “Dobbiamo sempre comportarci nei confronti dei nostri nemici come se un giorno diventeranno nostri amici”.