Fondazione Adenauer: Sassoli nell’anniversario del Muro di Berlino. “Con la pandemia la costruzione europea ha subito una accelerazione”

La pandemia “ha colpito i più vulnerabili, gli anziani, le persone isolate, le donne, i giovani e le persone con disabilità, ed è servita solo ad aumentare le disuguaglianze nei nostri Paesi. Oltre a queste disuguaglianze all’interno degli Stati, si è verificato un profondo aumento delle disuguaglianze tra gli Stati membri”. Eppure l’Europa, “contrariamente a quanto molti temevano – o altri speravano –, non si è fatta trovare impreparata. La sfida, certo, è immensa e durerà negli anni. Ce la faremo? Saremmo all’altezza di proteggere i nostri cittadini? Saremo in grado di non disperdere il patrimonio di valori che ci hanno consegnato le generazioni che ci hanno preceduto e di fare dell’Europa uno spazio di pace, benessere, e di solidarietà?”. Da marzo ad oggi, ha detto Sassoli, riferendosi alle elezioni americane, “abbiamo fatto tutto da soli. Per la prima volta dal secondo dopoguerra abbiamo affrontato per la prima volta una sfida globale senza una visione comune con il nostro principale alleato, gli Stati Uniti d’America. Non era mai successo prima. E questo ha reso le risposte alla crisi efficaci. Ecco perché siamo soddisfatti che il risultato elettorale negli Usa abbia premiato un presidente che apertamente parla di ristabilire un asse con l’Unione europea e più volte ha lanciato messaggi per una ripresa del multilateralismo”.
Poi, tornando alla risposta al Covid: “La costruzione europea, sempre lenta e molto burocratica, ha subito una forte accelerazione. Saranno le convenienze, le risposte alle difficoltà di cittadini e imprese, a dirci se abbiamo imboccato la strada giusta. L’Europa ha quindi reagito bene all’urgenza della crisi, ma non dimentichiamo le circostanze che sono state all’origine di questa situazione e che riflettono un metodo decisionale intergovernativo in cui la tentazione dell’interesse nazionale rischia sempre di prevalere sull’interesse comunitario”. Di fronte ai “drammatici eventi che stiamo affrontando, dobbiamo riscoprire quello che Papa Francesco chiama il cammino della fraternità, che senza dubbio ha ispirato e animato i Padri fondatori dell’Europa moderna di fronte alla consapevolezza che un’Europa divisa sarà impotente e non capace di rispondere a nessun problema”.
Ora, quindi, “si apre una seconda fase, che è quella dell’aiuto concreto, direi materiale, ai cittadini. La pandemia ha portato povertà in ampi settori della popolazione, anche in quei Paesi che sembravano al riparo. E questo ci impone di intervenire con misure puntuali e programmate… Il Recovery Fund è un intervento d’urgenza che serve a far ripartire l’economia europea, ma i programmi pluriennali sono il carburante di cui non possiamo fare a meno per far funzionare la macchina”. Ancora: “Se c’è una cosa che questa crisi ci ha insegnato è che è arrivato il momento di aprire una riflessione per rafforzare i meccanismi della democrazia europea che deve essere più efficiente e reattiva e avere i mezzi per rispondere alle crisi che arriveranno anche dopo il Covid. Serve più governo dell’Europa e tutti dobbiamo lavorare in questa direzione”.

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