C’è in Europa un divario di retribuzione tra uomini e donne profondo al punto che è come se dal 10 novembre al 31 dicembre le donne non percepissero più stipendio, mentre i loro colleghi uomini continuassero a essere pagati. In percentuale – dice Eurostat – le donne guadagnano il 14,1% in meno rispetto agli uomini che svolgono le medesime mansioni (un lieve miglioramento va segnalato, rispetto al 14,5% dell’anno precedente): se un uomo guadagna 1 euro, una donna percepisce 86 centesimi, o ancora, una donna deve lavorare 51 giorni in più per avere il medesimo stipendio del collega. Per questo la Giornata europea per la parità retributiva è il 10 novembre. “Donne e uomini sono uguali” hanno scritto in una dichiarazione congiunta tre commissari europei, Věra Jourová, Nicolas Schmit, e Helena Dalli, “eppure le donne non sono ugualmente apprezzate per il loro lavoro”. E La pandemia “ha esacerbato queste disuguaglianze”. I commissari ricordano che “sono passati più di 60 anni da quando il diritto alla parità di retribuzione è stato sancito nei trattati dell’Ue, ma al ritmo attuale ci vorrebbero decenni o addirittura secoli per raggiungere l’uguaglianza”. La Commissione vuole “accelerare e ridurre a zero questo divario retributivo”: per questo ha lanciato la “strategia per la parità tra donne e uomini in Europa con misure per colmare il divario retributivo” a marzo e – annunciano i commissari – proporrà nelle prossime settimane “misure vincolanti sulla trasparenza salariale”.