Il card. Christian Tumi, arcivescovo emerito di Douala, è stato rapito giovedì 5 novembre, intorno alle 18, da un gruppo di uomini armati sulla strada tra Bamenda e Kumbo. A confermarlo al quotidiano cattolico francese La Croix-Africa è stato questa mattina mons. Samuel Kleda, arcivescovo di Douala, che è riuscito a parlargli al telefono ieri. “Mi ha chiamato per tenermi informato del suo rapimento”, ha raccontato l’arcivescovo. “I suoi rapitori non gli hanno fatto del male. Mi ha detto che è stato interrogato, senza entrare nei dettagli. Ho provato a richiamarlo stamattina senza successo”. Secondo quanto stanno riportando in queste ore i media francesi, la notizia sarebbe stata confermata dal prefetto di dipartimento e insieme al cardinale è stato rapito anche il re di Kumbo, il Fon di Nso, un’autorità morale tradizionale. È di due settimane fa, sabato 24 ottobre, la strage fatta da un gruppo non identificato di uomini armati in una scuola elementare nella città di Kumba. Gli uomini hanno aperto il fuoco sui piccoli studenti, uccidendo almeno sei bambini e ferendone gravemente altri otto. Funzionari del governo hanno accusato dell’attacco gli insorti secessionisti che chiedono l’indipendenza delle regioni occidentali di lingua inglese del Camerun, al confine con la Nigeria. In un comunicato, la Conferenza episcopale del Paese aveva lanciato un appello a porre fine alle violenze. L’arma più efficace per costruire la pace non è la guerra – scrivevano i vescovi – ma “il dialogo” che ha come base la verità e come scopo la giustizia. Il 28 ottobre Papa Francesco al termine dell’udienza generale ha lanciato anche lui da Roma un appello facendo riferimento alla strage compiuta nella scuola bilingue internazionale “Mother Francisca”: “Che Dio illumini i cuori, perché gesti simili non siano mai più ripetuti e perché le martoriate regioni del nord-ovest e del sud ovest del Camerun possano finalmente ritrovare la pace!”. L’auspicio del Pontefice è “che le armi tacciano e che possa essere garantita la sicurezza di tutti e il diritto di ciascun giovane all’educazione e al futuro”.