I grandi centri di accoglienza per le persone migranti sono stati un “fallimento annunciato” oltre che “terreno fertile per il contagio da Covid-19”: “Un terzo delle prefetture hanno riscontrato difficoltà nell’assegnare i posti. Il capitolato di gara incentiva i centri di accoglienza di grandi dimensioni a scapito di quelli piccoli e distribuiti sul territorio”. È quanto denuncia il rapporto “Il sistema a un bivio”, realizzato da ActionAid e Openpolis, che analizza l’eredità del Decreto sicurezza del 2018 sul sistema di accoglienza delle persone migranti. La normativa voluta dall’ex ministro Salvini ha infatti “favorito i grandi gestori a discapito delle piccole realtà sociali”. Secondo il rapporto “in un momento di emergenza sanitaria le criticità delle grandi strutture sono emerse con forza. La propaganda sui migranti che portano il virus risulta essere del tutto infondata, ma l’assetto del sistema di accoglienza, basato sui grandi centri, ha creato l’emergenza e innescato focolai di Covid-19”. In Friuli-Venezia Giulia e la Sicilia, ad esempio, “si è fatto ampio ricorso ai centri governativi per concentrare migranti in ingresso senza che si riuscisse a ridistribuirli sul territorio nazionale in tempi ragionevoli. Una situazione che ha prodotto tensioni sociali a livello locale, centri stracolmi e prassi lesive dei diritti”. Il decreto Immigrazione varato il 5 ottobre 2020 “rappresenta un innegabile passo avanti”, dichiara dichiara Fabrizio Coresi, di ActionAid, per il “ripristino dei livelli di protezione della cosiddetta ‘umanitaria'” e “lo sforzo di reindirizzare il sistema di accoglienza verso il modello a titolarità pubblica in micro-accoglienza diffusa”. Tuttavia, precisa, “solo cambiando profondamente il capitolato potremo parlare di una reale riforma del sistema di accoglienza”.