“Chi prega non evade dal mondo, ma predilige i luoghi deserti”. Lo ha spiegato il Papa, sulla scorta della preghiera di Gesù, tema della catechesi dell’udienza di oggi, svoltasi nella biblioteca privata. “Nel silenzio, possono emergere tante voci che nascondiamo nell’intimo”, ha proseguito Francesco: “I desideri più rimossi, le verità che ci ostiniamo a soffocare, e così via. E, soprattutto, nel silenzio parla Dio”. La preghiera di Gesù, inoltre, “è il luogo dove si percepisce che tutto viene da Dio e a Lui ritorna”. “A volte noi esseri umani ci crediamo padroni di tutto, oppure al contrario perdiamo ogni stima di noi stessi”, la denuncia del Papa: “Andiamo ad una parte all’altra”. La preghiera, invece, “ci aiuta a ritrovare la giusta dimensione, nella relazione con Dio, nostro Padre, e con tutto il creato”. “E la preghiera di Gesù, infine – ha sintetizzato a braccio Francesco – è abbandonarsi nelle mani del Padre, come Gesù nell’Orto degli Ulivi, con quella angoscia: ‘Padre, se è possibile… ma si faccia la tua volontà. L’abbandono nelle mani del Padre’”. “È bello quando siamo un po’ agitati, preoccupati”, ha concluso a braccio: “Andiamo alla preghiera e lo Spirito Santo ci trasforma da dentro e ci porta a questo abbandono nelle mani del Padre: ‘Padre si faccia la tua volontà’”.