Morto don Giuseppe Pedrinelli, dal 2005 cappellano del Cimitero Maggiore di Crema. “Il suo fisico non ha retto alle complicanze causate dal Covid-19, per il quale era ricoverato da alcuni giorni in rianimazione”, riferisce la diocesi di Crema. Che lo ricorda come “un prete buono, semplice, sempre sorridente, che ha servito con generosità e gioia la nostra comunità diocesana”.
Don Giuseppe era nato a Casaletto Vaprio, il 26 agosto 1935. Maturata la vocazione, ha seguito il percorso di studi in Seminario fino all’ordinazione sacerdotale, avvenuta il 6 luglio 1963. I primi incarichi, come curato, li ha vissuti nelle parrocchie di Capralba (dal 1963 al 1968) e a Sergnano (dal 1968 al 1981). Dal 1981 al 2002 è stato parroco a San Michele, frazione del Comune di Ripalta Cremasca, al confine con la città. Qui ha trascorso anni densi d’impegno, caratterizzati da una forte impronta pastorale e da una notevole attenzione ai bisogni della comunità. A San Michele ha provveduto alla sistemazione della chiesa – ne era orgogliosissimo – e, tra le altre cose, ha realizzato un campetto polivalente annesso alle strutture dell’oratorio: un’opera che ha fortemente voluto per i bambini e i ragazzi, ma che negli anni s’è rivelata importante per le attività comunitarie. Lasciato San Michele, don Giuseppe ha ricoperto il ruolo di cappellano a Capergnanica per circa tre anni. Dal 1985 al 1993 è stato assistente ecclesiale diocesano del Movimento apostolico ciechi e dal 1993 al 2007 incaricato diocesano per il Sovvenire, l’ufficio che si occupa della promozione del sostentamento economico alla Chiesa cattolica.
Nel 2005, la nomina a cappellano del Cimitero Maggiore cittadino. “Qui è stato un punto di riferimento per tante persone, per i parenti dei defunti che a lui si rivolgevano per le celebrazioni e anche per una parola di conforto – ricorda la diocesi -. Forte il suo impegno nelle giornate d’inizio novembre: quest’anno è mancato tanto al cimitero”.
Don Giuseppe amava le battute. “Sono un ‘parroco’ fortunato: qui non si lamenta mai nessuno e a tutti va bene quel che faccio”, diceva spesso quando parlava del suo ministero presso il Cimitero Maggiore. Aveva anche la passione per la pittura: cose semplici, paesaggi soprattutto, che denotavano il suo spirito libero e il suo amore per la vita.
Nelle scorse settimane le condizioni di salute don Pedrinelli sono peggiorate con la positività al Covid-19, fino al decesso. Il suo funerale è stato celebrato dal vescovo stamani a Casaletto Vaprio.