Il sud del Madagascar si trova nella morsa di una catastrofe umanitaria, con 1,5 milioni di persone, la metà della popolazione, che ha immediato bisogno di assistenza alimentare d’emergenza. È l’allarme lanciato oggi dall’agenzia Onu World food programme (Wfp), con il Covid-19 che aggrava le sofferenze. Sono soprattutto donne e bambini a soffrire condizioni di fame a livelli di emergenza, e il loro numero è triplicato rispetto alle previsioni di metà anno. Dei dieci distretti maggiormente colpiti, l’epicentro è a Amboasary; le famiglie a malapena riescono a mettere insieme qualcosa da mangiare, spesso facendo ricorso a manghi e tamarindi come unica fonte alimentare. Le madri non riescono più ad allattare e sono costrette a nutrire i propri bambini con acqua, anch’essa scarsa. Tre bambini su quattro hanno abbandonato la scuola, in gran parte per aiutare i genitori a trovare cibo. “La fame e la malnutrizione che stiamo vedendo è il risultato di tre anni di mancati raccolti. Le famiglie in queste aree colpite dalla siccità stanno adottando delle misure disperate semplicemente per sopravvivere, vendendo beni preziosi come il bestiame, attrezzi agricoli e utensili di cucina”, ha detto Moumini Ouedraogo, rappresentante Wfp in Madagascar. Ad ottobre, il Wfp ha cominciato a inviare lenticchie, sorgo, olio fortificato e riso per 320.000 persone in stato di grave insicurezza alimentare nei 10 distretti più colpiti, con pasti caldi per bambini ed anziani malnutriti ad Amboasary. Tuttavia, a causa della mancanza di finanziamenti adeguati, l’assistenza alimentare non riesce a tenere il passo con la crescita dei bisogni. “La situazione nel sud richiede una risposta urgente. Le persone non hanno nulla da mangiare e dobbiamo aiutarli prima che sia troppo tardi”, ha aggiunto Ouedraogo. Il Wfp ha bisogno di 37,5 milioni di dollari per ampliare rapidamente la sua risposta ed evitare che i tassi di malnutrizione infantile, già tra i più alti nel mondo, peggiorino ancora.