“Dopo quattro anni di chiusura a causa del terremoto del 2016 e dopo più di due anni di lavoro per la messa in sicurezza, la nostra bella cattedrale riapre. È un momento molto significativo che richiama l’unità della Chiesa diocesana in comunione con tutta la Chiesa, attorno alla cattedra del vescovo che è successore degli Apostoli”. Lo ha sottolineato sabato sera il l’arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, mons. Giovanni Tani, nella celebrazione eucaristica che ha presieduto in occasione della riapertura al culto della cattedrale di Urbino. “Un segno positivo, incoraggiante. Un segno che ci fa capire come deve essere il nostro impegno nella Chiesa e nel mondo”, ha evidenziato il vescovo che, nell’omelia, ha osservato come “quest’anno il Covid-19 segna pesantemente la vita di tutti noi e di tutto il mondo”. “Anche in questa seconda fase della pandemia, ogni giorno sentiamo cifre e statistiche, ma corriamo il rischio di ascoltarle con una certa indifferenza”, ha proseguito mons. Tani: “Come è stato per la Quaresima, dovremo vivere un Avvento di preghiera e di carità, ricordandoci di chi si trova in situazioni drammatiche sia dal punto di vista sanitario che economico; pregando per coloro che muoiono e per le loro famiglie”. In questo tempo che ci separa dal Natale “siamo richiamati a una presa di coscienza. A uscire come da un torpore”, ha ammonito il vescovo che ha ricordato anche che “con l’Avvento inizia anche l’uso del nuovo Messale. È un’occasione formidabile per ridare la massima attenzione a quel momento centrale della nostra vita di fede che è la messa, soprattutto la messa domenicale, Pasqua della settimana”. “Sarà importante in tutte le parrocchie prendere occasione dal nuovo Messale per aiutare tutte le comunità a comprendere ancora meglio la messa”, l’auspicio di mons. Tani.