“Per ciascuno di noi c’è una possibilità, una grazia, questo è il tempo del germoglio; necessita rimanere con gli occhi aperti, svegli, è Gesù che ci esorta in questo senso. L’incontro e la comunione con Dio si celebrano nell’essere svegli; dobbiamo imparare a passare da un risveglio all’altro se non vogliamo essere inghiottiti dalla morte”. Lo ha scritto il vescovo di Termoli-Larino, mons. Gianfranco De Luca, nella lettera inviata alla diocesi per l’Avvento.
Per il vescovo, è “una condizione di spaesamento quella che viviamo”. “Le nostre esistenze – spiega – risultano messe in uno stato di stand by. Il malessere che ci abita e che si manifesta in vari modi nelle nostre relazioni quotidiane denuncia un disagio profondo, e una sensazione di impotenza dovuta alla precarietà alla quale siamo esposti in modo evidente”. “La parola Avvento . Prosegue mons. De Luca – che indica il tempo liturgico che viviamo in preparazione al Natale non significa semplicemente l’attesa del Dio-che-viene, ma la percezione, operata da un nostro risveglio interiore, del Dio-con-noi: di una presenza che non sempre è sentita da noi, ma che fonda, sostiene e accompagna ogni attimo della nostra esistenza. Con essa scopriamo anche il nostro essere-con-e-in-Dio: il nostro essere figli”. In questo tempo, sottolinea il vescovo, “occorre imparare a praticare tre passi. Il primo è non restare prigionieri delle comodità e del comfort che ci concentrano sui nostri bisogni e ci chiudono in noi stessi”. “Il secondo – prosegue – è quello di uscire dalla ricerca spasmodica di consenso e di riconoscimenti, che ci fa prigionieri nell’autoreferenzialità”. Infine, “il terzo è quello non lasciarci prendere dalla frenesia del fare, che ci porta a ritenere che la nostra realizzazione sta nel riuscire nelle nostre imprese e nei nostri intendimenti”. “Possa la vostra vita personale e la esistenza delle vostre famiglie – conclude il vescovo – entrare nella gioia che nasce dalla consapevolezza di essere amati da Dio che è sempre con noi”.