“La pandemia ha stravolto la vita dei ragazzi. Occorre ascoltarli e accoglierne le emozioni, limitare l’infodemia, promuovere sani stili di vita”. Sono alcune indicazioni offerte da Stefano Vicari, professore ordinario di neuropsichiatria infantile all’Università Cattolica e responsabile di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Nel suo intervento alla prima sessione del convegno “Chiesa italiana e la salute mentale 4. Pandemia Covid-19. Effetti sul benessere mentale e relazionale” promosso oggi dall’Ufficio nazionale Cei per la pastorale della salute e dal Tavolo nazionale sulla salute mentale costituito da tempo presso la Cei, in collaborazione con Aippc e Ipp, Vicari ha analizzato gli effetti della pandemia sul benessere mentale e relazionale di bambini e ragazzi. Tutti ne hanno più o meno risentito, ma in particolare in quelli con disturbi neuropsichiatrici si sono riscontrati, in estrema sintesi, “una diminuzione della motivazione e dei livelli di partecipazione allo studio, un investimento eccessivo nell’uso di dispositivi elettronici, alcune variazioni della sintomatologia di base, l’insorgenza di sintomi psichiatrici correlati allo stress come insonnia, esperienze dissociative, aumentato stato di allerta, maggiore irritabilità”. Per un sostegno appropriato, l’esperto rilancia alcune indicazioni del Gruppo di lavoro dell’Istituto superiore di sanità (Iss) su salute mentale ed emergenza Covid-19. Anzitutto “ascoltare l’esperienza e accogliere le emozioni”; quindi “fornire informazioni realistiche ma utilizzando un linguaggio adeguato e non ansiogeno, evidenziare che si sta facendo qualcosa a livello nazionale e mondiale per affrontare il problema, specificare che ognuno di noi può contribuire”; limitare “l’infodemia”. Importante secondo Vicari, mantenere per i ragazzi la routine di base; promuovere stili di vita equilibrati, alimentazione sana ed esercizio fisico regolare; aiutarli ad impegnarsi in un’attività specifica per un tempo delimitato e in un luogo tranquillo; strutturare spazi e tempi di gioco; valorizzare l’autonomia.