“Le drammatiche circostanze che la Chiesa e il mondo stanno attraversando ci sfidano ad offrire una lettura della pandemia che aiuti tutti e ciascuno a cogliere in questa tragedia anche l’opportunità di ripensare i nostri stili di vita, le nostre relazioni, l’organizzazione delle nostre società e soprattutto il senso della nostra esistenza”. Il card. Mario Grech, il primo dei 13 cardinali che ricevono oggi la berretta dal Papa, ha salutato il Santo Padre a nome dei suoi confratelli con un riferimento all’emergenza sanitaria in corso. “Una Chiesa che cammina è una Chiesa che cammina insieme”, ha proseguito Grech: “il popolo di Dio non è una somma di individui; è il santo Popolo fedele di Dio . Se cammina insieme non sbaglia strada”. Di qui l’importanza “della Chiesa sinodale e della sinodalità come forma e stile della Chiesa. È questa la visione che Lei, Santo Padre, ci propone con forza”. “La sinodalità immette tutti i livelli di vita e missione della Chiesa in una dinamica di circolarità feconda”, ha spiegato Grech: “le Chiese particolari, le province e regioni ecclesiastiche, la Chiesa universale, in cui anche il Collegio dei Cardinali offre la sua parte, sono inserite in quel processo sinodale che manifesta un dinamismo di comunione che ispira tutte le decisioni ecclesiali . È questa la base del compito che insieme siamo chiamati a svolgere, e al cui servizio si pone la Segreteria del Sinodo. Essa può collaborare a rendere più facili i passaggi tra i livelli di esercizio della sinodalità. Il suo primo contributo è proprio quello dell’ascolto: ho già scritto a tutti i vescovi, offrendo la nostra disponibilità, e molti, da ogni parte della terra, mi hanno confermato l’importanza del reciproco ascolto. Ma credo e desidero che la Segreteria possa fare di più, ad esempio sostenendo i vescovi e le Conferenze episcopali nella maturazione di uno stile sinodale, senza interferire, ma accompagnando i processi in atto ai diversi livelli della vita ecclesiale”.