Un chiaro e inequivocabile no a un mega-progetto minerario in Patagonia, nella provincia del Chubut (Argentina meridionale) arriva dai vescovi locali. In una lettera indirizzata al Governatore della provincia del Chubut, Escribano Mariano Arcioni, e a coloro che hanno firmato con il Governatore il disegno di legge denominato “Sviluppo industriale minerario sostenibile della provincia del Chubut”, mons. Joaquín Gimeno Lahoz, vescovo di Comodoro Rivadavia, i suoi ausiliari, mons. Alejandro P. Benna e Roberto P. Álvarez, e il vescovo prelato di Esquel, mons. José Slaby, chiedono alle autorità di “desistere da questo progetto”. Viene, nel contempo, chiesta “una consultazione popolare”, assicurando il coinvolgimento degli abitanti del territorio. Nel comunicato reso noto ieri, i vescovi ripercorrono le comunicazioni inviate al Governatore nell’ultimo anno, in cui veniva espressa la necessità di dialogare e di instaurare un dibattito ampio e partecipativo sul tema minerario e sulla “ricerca di soluzioni” e alternative, con la partecipazione di tutti gli attori sociali della Provincia. Al contrario, le autorità e le imprese hanno deciso di promuovere il progetto, negando al popolo del Chubut la possibilità di esprimere la propria voce, e imponendo che esso venga studiato e dibattito solo da una Commissione. Di fronte alla “imposizione unilaterale del progetto da parte del Governatore”, i vescovi ribadiscono la loro condanna rispetto al progetto: “No alla metodologia utilizzata per imporlo. No alla strategia comunicativa mirata, attraverso la quale le nostre persone che vogliono essere ascoltate vengono disprezzate, alludendo al fatto che sono una minoranza rumorosa”.