In aumento la disponibilità di posti in strutture intermedie, alternative agli ospedali, per gestire i casi moderati-lievi. Lo rivela la 30ª puntata dell’Instant Report Covid-19, iniziativa dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica di confronto sistematico sull’andamento della diffusione del Sars-CoV-2 a livello nazionale. È stato analizzato al 25 novembre l’andamento delle Regioni con riferimento all’attivazione degli alberghi sanitari, ovvero strutture di accoglienza per pazienti covid-19 positivi. La Toscana ha 958 camere di cui 621 attualmente occupate con Unità speciale di continuità assistenziale (Usca) presenti all’interno degli alberghi con maggior numero di camere disponibili. La Basilicata ha attivato 119 camere nella provincia di Potenza e 157 nella provincia di Matera. Il Piemonte allo stato attuale presenta 2.271 camere con l’obiettivo di attivare 1 posto letto ogni 4.000 abitanti. In Campania risulta disponibile l’Ospedale del Mare con 84 camere, tra singole e doppie, di cui 14 già occupate. Il Lazio ha attivato 800 posti letto in diverse strutture alberghiere e presenta al momento un tasso di occupazione al 50%, mentre la Liguria mostra 455 posti letto attivi. L’Umbria, con 74 posti letto attivi, sta verificando l’idoneità di ulteriori strutture sul territorio mentre nella Regione Marche sono ad oggi stati attivati 637 posti letto. Nella Regione Puglia risultano attivi 217 posti letto, mentre in Abruzzo sono stati messi a disposizione 24 appartamenti del progetto Case di Roio (L’Aquila). La Regione Emilia-Romagna segnala che nei 4 alberghi presenti sul territorio l’83% dei posti letto è ancora disponibile e le strutture ricettive destinate all’isolamento sono libere al 40%. In Sicilia, invece, è presente almeno un Covid hotel per ogni provincia ed all’interno dell’Ats Milano risultano attivi 3 Covid hotel.
Le restanti regioni si stanno attivando nel reperimento di strutture disponibili attraverso la pubblicazione di bandi e manifestazioni di interesse.
“Se è vero che le pandemie si combattono sul territorio e a casa del paziente – sottolinea Americo Cicchetti, ordinario di Organizzazione aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – ciò è ancor più vero in questa seconda ondata della pandemia. La proporzione di pazienti gestiti al domicilio è cresciuta enormemente in questa seconda fase, e la vera sfida è rendere disponibili strutture intermedie (hotel, residenze, navi o altro). Ancora una volta registriamo una estrema variabilità nella disponibilità di queste strutture fondamentali nelle diverse Regioni”.