“È un’edizione diversa dal solito, perché siamo alle prese con la pandemia ancora presente, uno scenario che porta con sé difficoltà e gravi ferite personali e sociali. Ed è un’edizione un po’ diversa dal solito anche perché, per la prima volta, don Adriano Vincenzi non è con voi a sostenere questo momento formativo giunto alla sua decima edizione”. Comincia così, con un ricordo di don Adriano Vincenzi “nel tratto distintivo del suo servizio”, il videomessaggio inviato dal Papa ai partecipanti alla decima edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa, in corso a Verona dal 26 al 29 novembre sul tema “Memoria del futuro”. Le parole di Francesco sono tratte dalla sua ultima enciclica, Fratelli tutti: “È grande nobiltà essere capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, con la speranza riposta nella forza segreta del bene che si semina”. “Essere Chiesa significa avere lo sguardo e il cuore creativi e orientati escatologicamente senza cedere alla tentazione della nostalgia, che è una vera e propria patologia spirituale”, dice il Papa a proposito del tema di questa edizione: “Un pensatore russo, Vjačeslav Ivanovič Ivanov, afferma che solo ciò che Dio ricorda esiste veramente. Ecco perché la dinamica dei cristiani non è quella del trattenere nostalgicamente il passato, quanto piuttosto di accedere alla memoria eterna del Padre; e questo è possibile vivendo una vita di carità”. Dunque, “non la nostalgia, che blocca la creatività e ci rende persone rigide e ideologiche anche nell’ambito sociale, politico ed ecclesiale; piuttosto, la memoria, così intrinsecamente legata all’amore e all’esperienza, che diventa una delle dimensioni più profonde della persona umana”.