Prosegue il braccio di ferro tra il governo e la Conferenza episcopale francese sull’allentamento delle misure anti Covid annunciato dal presidente Macron nella parte relativa alla celebrazione pubblica dei culti e quindi delle messe nelle chiese. “Con rammarico”, i vescovi francesi prendono oggi atto che per questa domenica viene mantenuta la soglia di 30 persone per luogo di culto e definiscono – in una nota diffusa dalla Conferenza episcopale – la misura “irrealistica e inapplicabile”. Cade pertanto nel vuoto l’appello fatto arrivare direttamente al presidente Macron dal presidente dei vescovi francesi, mons. Eric de Moulins-Beaufort, in un colloquio telefonico che si è svolto al termine del suo discorso alla Nazione di martedì 24 novembre. I vescovi si attendevano “una rettifica al provvedimento e l’istituzione di una misura realistica già a partire dal 28 novembre”. Ma purtroppo “non è stato così”. Il premier francese spiega che “la sua fermezza dipende dalla situazione epidemiologica”, ma i vescovi fanno notare come “i protocolli presentati dalle varie religioni avrebbero potuto rendere le decisioni più facilmente applicabili ed eque”. A questo punto la Conferenza episcopale si interroga sui “reali criteri utilizzati dal governo per fissare le condizioni di questo confinamento. Certamente i culti non possono essere paragonati alle attività commerciali ma trattare le religioni in questo modo significa considerare la fede di milioni di credenti come accessoria. Questo è un grave errore per tutta la nostra società”. Il premier – si legge sempre nella nota della Cef – “si è impegnato ad aprire subito la discussione per consentire quanto prima una soglia proporzionale alle dimensioni degli edifici”. La Conferenza episcopale francese chiede però a questo punto “una consultazione vera ed efficace per raggiungere un accordo” e si riserva “il diritto di utilizzare i mezzi legali appropriati”. I vescovi ribadiscono infine tutto “il pieno e totale impegno dei cattolici nella lotta contro questa epidemia e il loro desiderio di servire il bene maggiore della nostra società”.