“Il Covid ha scompigliato le carte ma ha offerto anche una sollecitazione a riflettere su cosa debba essere l’Università Cattolica in futuro”. Lo ha detto oggi pomeriggio il rettore, Franco Anelli, intervenendo al webinar “L’Università davanti alle sfide attuali e future: valori, prospettive, responsabilità”, promosso dall’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei. “Il Covid – ha aggiunto – è un’emergenza e la pandemia prima o poi finirà, lasciando la sua scia di lutti e dolori, grandi rimescolamenti sociali, metodi e approcci nuovi. I baby boomer, cioè le persone nate dopo la fine della seconda guerra mondiale, si erano illusi di essere la prima generazione a non dover affrontare una tragedia collettiva e invece le nostre vite sono state attraversate da uno stravolgimento epocale con effetti simili ai fenomeni bellici perché c’è un sovvertimento degli assetti socio economici. Le gerarchie di valori un po’ stereotipate sono andate in crisi”. Di fronte a tutto questo “l’Università deve essere un luogo di pensiero e di elaborazione del reale, capace di costruire percorsi per comprendere quello che è successo”.
Anelli, dopo aver ricordato il Fondo per gli studenti istituito proprio in occasione della pandemia, ha sottolineato anche alcuni risultati realizzati dall’Università malgrado l’emergenza: “Anche se con fatica, i nostri studenti hanno continuato a seguire le lezioni a distanza e a fare esami”. Il rettore della Università Cattolica ha poi voluto sottolineare un altro aspetto: “Le Università devono essere luoghi che insegnano l’apertura. I giovani hanno approcci e un modo di ragione da educare, ma, al tempo stesso, l’Università deve lasciarsi educare da loro”. Importante anche che “l’Università dia agli studenti una conoscenza profonda e non semplicemente competenze, perché perdersi nella conoscenza scientifica fa abbassare lo sguardo sui dettagli e non sulle motivazioni che hanno spinto a intraprendere gli studi”.