È morto nella notte tra il 2 e il 3 novembre all’ospedale di Ciriè mons. Vincenzo Chiarle, parroco di Vallo Torinese dal 1967, ucciso dal Covid-19. Un monumento di carità e attenzione verso gli altri e del quale tutti sentono già la mancanza. Don Vincenzo, nato a Cafasse appena fuori Torino, aveva 82 anni e dal 29 giugno 1962 era sacerdote. Subito dopo l’ordinazione era stato inviato come viceparroco proprio a Vallo Torinese della cui parrocchia è stato guida fino ad oggi.
All’inizio della sua vita consacrata, don Vincenzo aveva conosciuto il Movimento dei Focolari, nel 1963 ad Ala di Stura sempre nelle valli torinesi, e così forte è stato poi il legame da affascinare e coinvolgere una parrocchiana di Vallo: Maria Orsola Bussone, oggi venerabile.
L’attività di don Chiarle non si è limitata però al lavoro in parrocchia. Nel 1977, per esempio, ha ospitato nella casa parrocchiale il card. Michele Pellegrino, al ritiro della diocesi. Tra gli incarichi avuti, don Vincenzo ha ricoperto per 35 anni quello di responsabile del diaconato permanente; mentre per 8 anni è stato vicario episcopale diocesano. “Ha plasmato la storia del paese”, ha detto di lui il sindaco di Vallo Torinese, Alberto Colombatto, che ha aggiunto: “Grazie a lui sono passate a Vallo, dal 1967 a oggi, oltre 200mila persone, giovani, famiglie, vescovi e cardinali”.