Violenza su donne: Istat, nel 2018 le “case rifugio” hanno ospitato 1.940 donne (il 62,1% straniere)

Le “case rifugio” per le donne maltrattate attive nel 2018 in Italia sono 272, pari a 0,04 case per 10mila abitanti, in aumento rispetto alle 232 del 2017. Lungo tutto l’anno hanno ospitato in totale 1.940 donne (il 62,1% è composto da straniere); tra queste 1.565 sono state accolte nel corso del 2018. Sono alcuni dei dati del report “Le case rifugio per le donne maltrattate” con i principali risultati dell’indagine condotta nel 2019 dall’Istat in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità (Dpo) presso la Presidenza del Consiglio e le Regioni.
L’offerta di “case rifugio” è maggiore al Nord (68,4%), in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, e, al Centro (17,1%), in Toscana. In media, i posti letto messi a disposizione sono 8,9 per “casa rifugio”, livello più elevato dei 7,4 autorizzati (pari 0,3 per 10mila abitanti). La differenza fra posti letto autorizzati e quelli effettivamente utilizzati è particolarmente marcata in alcune Regioni come Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Marche e Campania.
Stando ai dati diffusi, il numero di giorni di permanenza presso le “case rifugio” è molto variabile e oscilla da pochissimi giorni a due anni, mediamente è pari a 259 giorni, inclusa l’estensione per l’eventuale proroga. L’accoglienza e l’ospitalità offerta alle donne sono inserite nella maggioranza dei casi in un percorso personalizzato di uscita dalla violenza che la casa ha progettato in accordo con le donne accolte. Il 91,4% delle “case rifugio” lo ha fatto con tutte le ospiti mentre il 5,4% soltanto per alcune di loro.
Oltre all’ospitalità, le “case rifugio” offrono anche ad altri della rete territoriale i servizi di orientamento e accompagnamento (96,4%), il piano di sicurezza individuale sulla base della valutazione del rischio (93,7%), il supporto e la consulenza psicologica alla donna (90,1%), l’indirizzo all’autonomia abitativa (90,1%) e lavorativa (87,8%), il supporto e la consulenza legale (89,2%), il sostegno alla genitorialità (80,6%).

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