“Sono sempre più fragili le donne che chiedono aiuto al nostro servizio anti-violenza. Anche nei mesi passati, dove l’emergenza Covid ha costretto le persone a convivenze forzate, esasperando situazioni familiari già compromesse, a colpire non è stato tanto l’aumento di domande, ma piuttosto la grande problematicità delle situazioni. È come se il lockdown avesse ancora di più stretto l’isolamento di queste donne che si fanno avanti solo quando la situazione è ormai ben oltre i limiti di quello che sarebbe accettabile”. Lo afferma il direttore della Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. I profili delle donne vittime di violenza emergono dai dati raccolti nell’ultimo decennio dal Servizio emergenza Donna (Se.D). Tra il 2011 e il 2019 il servizio ha raccolto più di 1.300 contatti (telefonici e via mail); in seguito a questi contatti le operatrici del centro antiviolenza hanno preso in carico e seguito negli anni circa 183 donne. “Le modalità di accesso di queste donne – spiega la Caritas – sono molte diversificate: nel 26% dei casi la donna ha contattato direttamente il centro, in altri casi è stata inviata dai servizi della rete (14%) o dalle forze dell’ordine o dai servizi territoriali (8%)”.
Le donne in carico al Se.D in questi anni “sono sia di nazionalità italiana che straniera con un lieve incremento per quest’ultime (circa il 60%). Le donne straniere che si rivolgono al nostro servizio sono maggiormente di origine africana (13%), sudamericana (12%) e asiatica (4%)”. Il centro antiviolenza prende in carico donne maggiorenni, delle quali la maggior parte “che si rivolge al nostro servizio ha tra i 21 e i 50 anni (82%). Solo l’8% delle donne ha un’età compresa tra i 18-20 anni oppure maggiore di 51. L’età media delle donne italiane è di 40 anni, mentre si abbassa a 35 quella delle donne di nazionalità straniera che si rivolgono per la prima al centro antiviolenza”. Nel 58% dei casi l’autore della violenza sulle donne “è un partner o un convivente, nel 16% il maltrattamento è attuato da ex e nel 14% da altri familiari. Nel 7% da persone sconosciute o partner occasionali”.